Secondo la mitologia greca Nemesi (dal greco Νέμεσις) era la Dea della Vendetta o della Giustizia figlia della Notte e dell'Erebo.
Nemesi aveva il compito di mantenere un equilibrio armonioso nel mondo abitato dai mortali e quindi si occupava di dosarne gioe e dolori ed era l'artefice della buona e della cattiva sorte.
La madre di Elena di Troia
Eratostene, un famoso autore dell'antichità, ci ha lasciato uno scritto nel quale si legge che Zeus si era invaghito della Dea Nemesi e che voleva a tutti i costi farla sua. Nel racconto la Dea Nemesi per sfuggire alle grinfie di Zeus si trasformava in diversi animali, ma ogni volta Zeus prendeva anche egli le sembianze di un animale più grosso o veloce di quello scelto dalla Dea. Fintanto che Nemesi non decide di trasformarsi in Oca e Zeus di contromossa diventa un cigno riuscendo a farla sua. Da questa unione Nemesi sotto le spoglie di un'Oca deposita un uovo. Questo uovo viene poi trovato da un pastore e consegnato alla regina di Sparta e da esso, leggenda vuole, venga alla luce la bellissima e famosa Elena di Troia.
Definizione del vocabolario di Treccani.it
nèmeṡi s. f., letter. – Propr. nome proprio, Nemesi (gr. Νέμεσις, lat. Nemĕsis), personificazione nella mitologia greca e latina della giustizia distributiva, e perciò punitrice di quanto, eccedendo la giusta misura, turba l’ordine dell’universo. Con uso fig., n. storica, espressione riferita ad avvenimenti storici che sembrano quasi riparare o vendicare sui discendenti antiche ingiustizie o colpe di uomini e nazioni; è una n., a proposito di un avvenimento considerato come un atto di giustizia compensativa. Talvolta anche col sign. generico di punizione o vendetta, con carattere di ineluttabile fatalità.